Il Diario del Sommelier

La Sardegna

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Una terra antica, erosa dai venti e bagnata dal mare. È la Sardegna, dove la vite affonda le proprie radici tra storia e granito, offrendo le migliori espressioni di Cannonau e Vermentino, abbinate a una cucina sia di mare che di terra. Perché quest’isola è così: terra di pescatori e pastori, di spiagge e vette, di salsedine e rocce. Dalle coste spagnole ai nuraghi; dalla viticoltura alla pastorizia, dalle coste al Gennargentu, la Sardegna conserva tutto il fascino dell’entroterra e della storia antica. Vitigni autoctoni e antichissimi; terreni che custodiscono il tesoro di rocce millenarie; vini dotati di eleganza e struttura. Al pari di un nuraghe a torre che si staglia verso l’alto, così questi vini sono proprio “il canto della terra verso il cielo” tanto amato da Luigi Veronelli...

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Faro Sardegna

Staccatasi dalle coste spagnole e abitata dalla civiltà nuragica

La Sardegna ha lasciato la Spagna ben trenta milioni di anni fa e ruotando per circa tredici milioni di anni - spinta dai movimenti tettonici - si è fermata lì, dove oggi la vediamo, nel bel mezzo del Mediterraneo.
Ebbene sì, geologicamente è iberica, perché un tempo era parte integrante della costa spagnola. Le sue rocce si sono formate quasi seicento milioni di anni fa, molto prima di quelle italiane e, non a caso, sono proprio uguali a quelle spagnole e francesi (fu, infatti, proprio dalle coste francesi che si staccò la Corsica).

È anche per questo che la Sardegna rappresenta un unicum in campo enologico, con la coesistenza di varietà antiche e autoctone, ma anche con una buona resa dei cosiddetti “vitigni internazionali”.

Abitata già dall’Età del Bronzo - intorno al 1800 a.C. e fino al II sec. d.C. da popoli giunti dal bacino del Mediterraneo e dal continente europeo - essa ancora oggi conserva le tracce di questo storico passaggio, grazie alla presenza di circa settemila nuraghi disseminati per tutta l’isola. Si tratta di una delle prime costruzioni create dall’uomo, con un sistema o a torre o a bastioni, senza l’utilizzo di alcuna malta, ma semplicemente ammassando e incastrando pietra su pietra, secondo un criterio perfetto e creando dei manufatti unici al mondo e per questo riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Ancora oggi la loro funzione è oggetto di studio: militare, religiosa, architettonica, astronomica o, addirittura, polivalente, nel senso che le conteneva tutte.

La Sardegna: una terra tra vento e rocce

Lo spirare continuo dei venti, durante tutto l’anno, ha contribuito ad erodere gran parte delle rocce millenarie presenti sull’isola. Solo il Gennargentu, con i suoi 1834 metri di altezza e posizionato quasi al centro dell’isola, rappresenta la vetta più alta; per il resto gli altopiani sardi variano dai 300 ai 1000 metri, ma sono di varia natura: granitica, basaltica, scistosa e calcarea. Ciò ha contribuito da un lato a creare un microclima unico nel suo genere nelle varie aree di produzione vitivinicola, sia per la differenza morfologica dei terreni, sia per la specificità dei venti. Questi, a seconda del periodo dell’anno, colpiscono in maniera diversa le aree della regione e proprio per tale motivo, in alcune zone, esistono ancora i caratteristici impianti ad alberello.

Mare coste della Sardegna

Di sicuro, la scelta compiuta negli ultimi decenni da parte dei produttori ha reso giustizia a una regione davvero unica nel suo genere; una sorta di “ritorno alle origini” che non potrà che far bene a tutta la viticoltura sarda.

Una cosa è certa: la storia vinicola di quest’isola appassiona e rapisce. Secondo archeologi e botanici, la vinificazione sarda è datata nove secoli prima della venuta di Cristo e il vino più antico del Mediterraneo occidentale era sardo, una sorta di cannonau di oltre tremila anni fa. Infatti, analizzando i residui di una pressa in pietra ritrovata a pochi chilometri da Cagliari, si è potuto constatare che si trattava di bacche rosse pigiate.

Per questi studi, condotti nel 2016, si tratta del torchio più antico del Mediterraneo e che - unito alla scoperta di un pozzo nuragico dove sono stati ritrovati vinaccioli di vernaccia e malvasia - conferma il fatto che la civiltà nuragica fosse già dedita alla viticoltura durante la fase media dell’Età del Bronzo.



Diamo i numeri

1800 chilometri di costa; circa ventottomila ettari vitati (meno della metà rispetto agli anni ottanta, quando si è deciso, finalmente, di lasciare il passo alla quantità in favore della qualità); circa 650.000 ettolitri di vino prodotti (rispetto ai tre milioni degli anni Settanta); più del 70% delle aree vitate sono destinate ai vitigni a bacca nera, con il Cannonau a farla da padrone con più del 30%, mentre per i bianchi il Vermentino raggiunge quote del 13%.

Le DOCG sarde

  • Vermentino di Gallura DOCG

Le DOC sarde

  • Alghero DOC
  • Arborea DOC
  • Cagliari DOC
  • Campidano di Terralba DOC
  • Cannonau di Sardegna DOC
  • Carignano del Sulcis DOC
  • Girò di Cagliari DOC
  • Malvasia di Bosa DOC
  • Mandrolisai DOC
  • Monica di Sardegna DOC
  • Moscato di Sardegna DOC
  • Moscato di Sorso-Sennori DOC
  • Nasco di Cagliari DOC
  • Nuragus di Cagliari DOC
  • Sardegna Semidano DOC
  • Vermentino di Sardegna DOC
  • Vernaccia di Oristano DOC

Le sei diverse zone viticole sarde

  1. Alghero
    A nord-ovest, in provincia di Sassari, abbiamo la zona di Alghero e la sua DOC, con la produzione di vini ottenuti da cannonau, cagnulari e monica, così come da cabernet, merlot e chardonnay. In quest’area i suoli sono ricchi di marne calcaree in grado di conferire ai vini struttura e complessità.

  2. Gallura
    A nord-est, in provincia di Olbia, troviamo la famosissima zona della Gallura che detiene l’unica DOCG della Regione, con il suo Vermentino di Gallura. In quest’area è il granito a farla da padrone nei suoli galluresi, una roccia di origine magmatica che conferisce ai vini spiccate note minerali.

  3. Nuoro
    Scendendo ancora un po’ ci ritroviamo in provincia di Nuoro, dove la denominazione Mandrolisai DOC dà luogo a vini ottenuti da uno dei blend più tradizionali della regione: bovale, cannonau e monica.

  4. Cagliari
    Arrivando alla punta più a sud dell’isola ci ritroviamo in provincia di Cagliari, dove troviamo sia vini passiti tipici dell’isola, molto strutturati e concentrati - come il Girò e il Nasco - sia vini secchi dai maggiori vitigni e in particolare il Nuragus, un vitigno la cui origine sembra risalga addirittura ai fenici e la cui etimologia ci riporta a quel “nur”, quel “mucchio di pietre” dei più famosi nuraghi.

  5. Da Carbonia a Teulada
    Spostandoci verso ovest troviamo la massima espressione di un vino di grande personalità e dal colore profondo: il Carignano del Sulcis DOC - nella zona compresa tra Carbonia e Teulada - dove queste uve molto simili al carignan, già presente in Francia e in Spagna, si sono adattate benissimo ai terreni sabbiosi dell’area e dove possiamo ancora ritrovare le antiche e famose viti ad alberello e a piede franco.

  6. Oristano
    Concludendo questo nostro giro in senso orario, e risalendo la costa occidentale, arriviamo in provincia di Oristano, dove ritroviamo le due famose denominazioni: Malvasia di Bosa e Vernaccia di Oristano, che danno il meglio nella versione ossidativa, simile a quella ottenuta per produrre lo sherry, con la creazione dei lieviti “flor” (lieviti naturali che si formano in superficie). Caso unico al mondo in cui due vini ossidativi diversi vengono prodotti in un areale così limitato.

Vitigni a bacca nera

Cannonau
Facendo un rapido excursus sulle caratteristiche dei vitigni rossi sardi, dobbiamo di certo partire dal più diffuso: il Cannonau, geneticamente affine al francese grenache (in italiano Vernaccia), nelle sue versioni più tradizionali dà luogo a vini caldi, robusti e poco colorati. Basta spostarsi, però, verso la zona di Sorso e Sennori, al nord di Sassari, per trovare vini concentrati, ottenuti da uve Cannonau surmature; o raggiungere il Nuorese per bere dei Cannonau con evidenti potenzialità evolutive; fino a giungere a Cannonau più immediati e dalla pronta beva, frutto di terreni più sabbiosi.

Carignano
Il Carignano è diffuso principalmente nella zona sud-occidentale del Sulcis, dal clima molto caldo e regala vini intensi con sentori di prugna e spezie.

Monica
Il Monica, la cui origine è combattuta tra l’introduzione ad opera dei monaci camaldolesi (da cui prenderebbe il nome) e l’origine spagnola, al punto da essere conosciuto anche con il nome di morillo. Dalle piacevoli note di more e spezie, fino a qualche anno fa era molto diffuso anche come vino passito. Oggi lo troviamo in blend insieme al Cannonau e al Bovale, per la sua capacità di donare finezza ed eleganza.

Bovale sardo
Il Bovale sardo è uno dei vitigni sardi meno conosciuti, ma molto importanti perché necessari per ottenere vini ricchi in estratto e polifenoli e per questo utilizzato in blend. Conosciuto anche con il nome locale di “muristellu” (che per alcuni richiamerebbe lo spagnolo “monastrell” e il francese “mourvedre”).


Vitigni a bacca bianca

Vermentino
Il Vermentino, giunto molto probabilmente dalla Corsica a fine ‘800, ha trovato il suo habitat ideale nella zona della Gallura, dove si esprime al massimo delle sue potenzialità con vini ricchi di struttura, aromi e mineralità. Caratteristiche derivanti dai famosi suoli di graniti galluresi, pietra che i Romani già estraevano in gran quantità.

Nuragus
Il Nuragus, il vitigno a bacca bianca più diffuso dopo il Vermentino e che regala vini sapidi e freschi.

Vernaccia
La Vernaccia, introdotta probabilmente dai Fenici, così come il Nuragus, ed allevata principalmente nella zona di Oristano, che regala vini ambrati e da una notevole persistenza.

Malvasia e Moscato
Malvasia e Moscato, seppur poco diffusi, regalano vini molto caratteristici, dolci, morbidi, caldi e con sfumature di colore davvero uniche.



A noi non resta altro che andare a visitare questi luoghi unici, magari seduti all’interno di un nuraghe a torre, sorseggiando un calice di “Muristellu”, alzando gli occhi al cielo e “mirando davvero le stelle”.

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Una selezione di vini sardi

Argiolas Turriga Isola dei Nuraghi IGT 87.00 €
Argiolas Costamolino Vermentino di Sardegna DOC 11.61 €
Argiolas Costera Cannonau di Sardegna DOC 15.03 € 13.39 € -11%
Dettori Dettori Bianco Romangia IGT 39.90 € 35.00 € -12%
Dettori Moscadeddu Romangia IGT 39.81 € 37.50 €
Cantina del Vermentino - Monti Funtanaliras Vermentino di Gallura DOCG 14.76 € 13.22 € -10%
Capichera Assajè Isola dei Nuraghi IGT 44.19 €
Capichera Capichera Classico Isola dei Nuraghi IGT 44.19 €
Capichera Vign'angena Vermentino di Gallura DOCG 30.74 €
Sella e Mosca Cannonau di Sardegna Cannonau di Sardegna DOC 9.45 €
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